Il Giardino dei libri

sabato 21 marzo 2015

Arte - Le Muse sono tornate

Ritrovamento del Mosaico delle Muse in Turchia


Sembra incredibile che il Passato ci regali ancora certe meraviglie.
Le foto parlano da sole.
Io mi limiterò a far conoscere Le Muse, compagne degli artisti e di coloro che vogliono essere ispirati, di coloro che ancora sognano e che attingono alla storia per sete di sapere.



Chi erano le Muse?
Figlie di Zeus e Memnosine, erano nove sorelle, protettrici e ispiratrici delle arti.
Al suono della lira di Apollo esse allietano con le loro danze anche gli dei dell’Olimpo.
In loro onore fu fondato il primo Museo, tempio delle arti e dei saperi antichi
Nei due poemi più famosi dell'antichità, l'Iliade e l'Odissea, Omero si rivolge alle Muse per essere ispirato e guidato ... e così apre le sue opere immortali:
«Cantami, o Diva, l’ira funesta del Pelide Achille…», o «Narrami, o Musa, l’uomo dal multiforme ingegno…».
La Musa, invocata dai poeti, ispira il cantore e gli rivela «le cose che sono, che saranno e che furono», come afferma Esiodo, l’autore della Teogonia, il poema sulla nascita degli dei.
Alle Muse piace stare presso alcune fonti sacre e vette dei monti: le pendici orientali dell’Olimpo, nella regione settentrionale della Pieria; il Parnaso, nella Focide; le sorgenti Ippocrene e Aganippe, sul Monte Elicona; la fonte Castalia a Delfi.
Le nove Muse sono considerate in generale protettrici delle arti e delle scienze: per musica, infatti, nel mondo greco si intendeva un ambito più ampio di quello corrente, indicando tutta la cultura artistica e la sensibilità estetica. In età classica però ciascuna Musa assume una funzione specifica, e come tale è invocata nei testi letterari.



Clio, «colei che dà fama», è la Musa del genere encomiastico (encomio in greco significava canto celebrativo, elogio), della retorica e della storia; critica Afrodite (la romana Venere) per l’amore verso Adone, ma la dea la spinge a unirsi con Piero, generando il bellissimo Giacinto.
Euterpe, «colei che diletta», protegge i poeti lirici e ha come attributo il flauto (aulo).
Talìa, «l’abbondante» o «la festosa», è la Musa della poesia leggera e di quella comica; con Apollo genera i Coribanti, divinità che abitano le estreme regioni della Grecia ed eseguono danze frenetiche al suono assordante di strumenti primitivi.
Melpomene, «colei che canta», è ispiratrice dei poeti tragici; dal fiume Acheloo genera le Sirene.
Tersicore, «colei che gioisce della danza», protegge i cori e, appunto, le danze; è madre di Lino, mitico cantore e musico, fautore dell’incivilimento umano e maestro di Eracle (il romano Ercole).
Erato, «l’amabile», veniva considerata patrona ora della poesia d’amore; è madre del leggendario cantore Tamiri.
Polinnia, «dai molti canti», è la Musa degli inni e dei cori, ma anche della capacità di ricordare.
Urania, «la celeste», presiede all’astronomia e alle scienze esatte: ed è rappresentata con un globo nelle mani.
Calliope, «dalla bella voce», è la Musa più famosa, protettrice dell’epica e dell’elegia. È la madre di Orfeo, che con la sua lira incanta persino gli elementi della natura.

Nell’età ellenistica alle Muse viene dedicato il grande palazzo di Alessandria in cui sono ospitati i più famosi scienziati e uomini di cultura del tempo: è il Museo, che insieme all’immensa Biblioteca costituisce il primo esempio di istituzione culturale laica della storia.
Da allora il termine museo indica ogni luogo in cui si custodisce un determinato sapere. E Musa è, ancora oggi, nel linguaggio figurato, una persona che ispira poesia e dolcezza.

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