Il Giardino dei libri

mercoledì 21 dicembre 2016

Il Solstizio d'Inverno


   L'inverno sta arrivando ...
Questo è il Motto della Famiglia Stark, per noi appassionati di Game of Thrones, e allo stesso tempo è la frase che dà annuncio della festa più magica dell'anno: il solstizio d'inverno.

Il solstizio d’inverno, uno dei 24 punti di divisione dell’anno solare del calendario lunare, è anche una festa tradizionale della Cina, cui abbiamo notizie risalenti a 2700 anni or sono.
In lingua cinese il “ zhi” di “dongzhi” (il solstizio d’inverno) significa punto d’arrivo ed estremità. Questo non vuol dire che la temperatura quel giorno tocchi il minimo, indica invece la posizione dell’orbita della terra intorno al sole. Nell’emisfero boreale il giorno del solstizio d’inverno corrisponde al giorno più breve dell’anno.

In Cina, secondo le antiche registrazioni, a partire  dal giorno del solstizio d’inverno l’imperatore, con i suoi ministri, ascoltava musica per 5 giorni, e anche nelle case del popolo venivano suonati strumenti musicali.
Durante il solstizio l’imperatore invitava sapienti che conoscevano l’astronomia e il calendario per verificarli, mentre venivano fatti sacrifici al Cielo. Il Tempio del Cielo di Pechino, famoso in tutto il mondo, era il luogo dove gli imperatori tenevano i sacrifici al Cielo il giorno del solstizio d’inverno.
Il Popolo invece si vestiva con ricercatezza e andava a fare visite ed auguri. Il solstizio d’inverno a livello popolare è anche chiamato “jiaojiu”, in quanto a partire da allora si cominciano a “contare i nove”, cioè 9 giorni rappresentando un “nove”. I primi nove giorni sono chiamati “primo nove”, e il giorno del solstizio d’inverno è il primo giorno del “primo nove”. I secondi nove giorni sono chiamati  “secondo nove”. Vengono contati 9 “nove”, al termine dei quali, dopo 81 giorni “sbocciano i fiori di pesco” e il clima comincia a intiepidirsi. A livello popolare è diffuso un canto folcloristico che descrive immaginosamente le leggi del cambiamento del clima sin dal solstizio d’inverno, e c’è l’abitudine di dipingere “I 9 nove che scacciano il freddo”.
Il giorno del solstizio viene disegnato un fiore di pesco con 81 petali (che rappresentano gli 81 giorni). Ogni giorno viene colorato un petalo, fino a che tutti saranno colorati, segno dell’arrivo della primavera. Alcuni colorano i petali con un’attenzione speciale, in base al tempo atmosferico: in caso di tempo nuvoloso la parte superiore, di sereno la parte inferiore, di vento la sinistra, di pioggia la destra e di  neve la parte centrale. Così col passare degli 81 giorni il dipinto diventa un’interessante tavola di statistica meteorologica.
Può essere un bellissimo esercizio di art-counselling, un vero e proprio mandala che esprime la riconnessione con i ritmi delle stagioni, in particolare con quello della rinascita.

In antichità il solstizio d’inverno era un’importante festività dei popoli pagani, le celebrazioni si prolungavano per più giorni. Troviamo tracce di tali festeggiamenti sin nell’antico Egitto e nell’antica Roma, con i celebri Saturnali.
La celebrazione del solstizio si diffuse rapidamente in tutta Europa e nacque così nelle campagne la festività di Yule, legata alla celebrazione del sole e della madre terra che si prepara, riscaldata dai primi raggi, alla futura semina.Veniva chiamato anche Mezz’inverno, Alban Arthuan o Yule.
Yule deriva dalla parola anglosassone “Yula”, che significa “ruota” (wheel), la Ruota dell’Anno: per le popolazioni anglosassoni proprio il solstizio marcava l’inizio del nuovo anno.
Alban Arthuan è un termine che ha un’origine druidica, deriva da una raccolta di antichi aforismi, codificati in tempi moderni,  e detti dei Bardi d’Irlanda e del Galles. Questa raccolta è conosciuta anche con il nome “Codice Segreto dei Bardi”.
Il termine Alban designa le Feste di Luce; Alban Arthuan indica quindi la rinascita del dio Sole in questo giorno. Qualcuno traduce Alban Arthuan con “la Luce di Artù”. Si diceva infatti che Artù fosse nato il giorno del Solstizio d'Inverno; associando quindi il Re leggendario al Re del Mondo, quale sovrano dello spirito e del tempo, supremo vertice del mondo terreno; simbolo quindi di benefici e grandi doni. Un’altra interpretazione dice che Re Artù prese il nome del dio gallico Artaius o Artio e che la sua leggenda sia nata dapprima fra i Galli, diffondendosi poi in Galles e in Bretagna. Artaius è stato identificato con un’altra figura gallese, una divinità maschile di nome Gwydyon, patrono della magia, della poesia e della musica.
Comunque, quale sia l’origine, la tradizione della rinascita del sole si rinnova attraverso i tempi, le culture, le leggende e le religioni: Re Artù dorme in una grotta segreta in una montagna, successivamente si risveglierà per portare pace e gioia nel mondo; il Re del Mondo rinasce nella Cripta del Tempo, una grotta oscura; e sempre in una grotta nasce Gesù Bambino.

Tra i vari temi legati a Yule il principale è quello della battaglia tra il vecchio Re dell'Agrifoglio, simbolo di oscurità e di vecchiaia, e il giovane Re della Quercia che simboleggia la luce del nuovo anno.
Il vecchio sovrano viene simbolicamente ucciso e il giovane Re prende il suo posto sul trono per governare.

Con il rito del ceppo di Yule si perpetua ogni anno, oltre alla tradizione di stringersi tutti attorno al fuoco, anche questa antica e ripetuta battaglia.
Da tutto questo e dalle pratiche che seguono, è facile arrivare alla conclusione ed alla comprensione del perchè la chiesa cristiana avesse scelto questo periodo per festeggiare la natività del Cristo (nato in realtà a primavera) e perchè avesse fatto sue anche queste celebrazioni inglobandole gran parte nei suoi festeggiamenti.
Troppo radicata era la festa del solstizio invernale, troppo sentiti i festeggiamenti e le antiche tradizioni legati alla rinascita del dio sole e al risveglio della terra da parte dei popoli, per non sovrapporsi ad esse, con la speranza di sradicarle dalla mente delle genti.
Il Cristo viene comunque associato al Sole come simbolo di luce vivificante e quindi entrambe le festività possono fondersi tranquillamente tra loro senza contrasti.

La notte del solstizio invernale è quella più lunga dell’anno, è la notte in cui l’Oscurità trionfa e allo stesso tempo prepara il cammino e si trasforma in Luce; il Re Oscuro si trasforma in Luce Infante. La Grande Madre sta per dare alla luce, all’alba, il Sole Bambino, che porta con sé la speranza e la promessa della futura estate.


Analizziamo le attività che abbiamo svolto nei precedenti mesi estivi.
Questo è il momento del risveglio e dei nuovi progetti,  il lavoro interiore dovrebbe essere sull'equilibrio, la bellezza, sul ritrovare la pace e l'armonia. E' il tempo in cui lasciar andar via le nostre paure, i nostri dubbi, le idee logore e i progetti finiti - qualsiasi cosa della nostra vita che ci tiene lontani dai nuovi inizi che ci porteranno ad una nuova crescita.
E' il momento di lasciar andare il passato e di camminare verso la luce. E’ il momento giusto per esprimere il desiderio di essere persone migliori nell'anno che verrà.
E’ in questo momento che possiamo piantare i semi del cambiamento.


Il termine Yule deriva dalla parola scandinava o anglosassone "Iul", alcuni sostengono dal norvegese "jul" che significa "ruota", quindi una data che segna il punto definitivo nella Ruota dell'Anno.
Va tenuto presente che Jolfoor (padre di Yule) e Jolnir (Yule) sono nomi di Odino. Alcuni credono che Odino in realtà fosse colui che desse i regali.
Prima che Babbo Natale diventasse popolare, grasso e felice, con il suo vestito rosso e bianco, nell’epoca vittoriana veniva rappresentato alto e longilineo, con un lungo vestito nero; era una figura molto particolare, a tratti terrorizzante, soprattutto per coloro che erano cattivi e con coloro che avevano intenzioni poco onorevoli. Tutto ciò ricorda molto Odino e Sleipner.
Molto della tradizione pagana di Yule si è trasferito alle celebrazioni del Natale cristiano.
Il solstizio invernale è stato spesso associato alla nascita del " Re Divino", molto prima della nascita del cristianesimo.
Yule è il ritorno della speranza e della vita, è la rinascita. Questo significato è eterno, e non è mai cambiato nel corso del tempo. Yule e Natale non sono poi così diversi; entrambi celebrano l'arrivo del Dio/Sole, così come Cristo è stato chiamato, la  Luce del mondo.

La tradizione cristiana dell'albero di Natale ha le sue origini nella celebrazione pagana di Yule.
Le famiglie facevano celebrazioni in onore degli spiriti dei boschi. Alberi sempreverdi venivano portati nelle case e decorati con candele e nastrini dai colori brillanti per attrarre gli spiriti, con campanelle per riconoscere quando uno spirito era presente. Sui rami venivano anche appesi noci e frutta per dare loro da mangiare, e una stella a 5 punte, il pentagramma, simbolo dei 5 elementi, era messo sulla cima dell’albero. I canti venivano innalzati per guidare gli spiriti nelle case, a rifugio, i ceppi venivano accesi per dar loro calore.
L'albero di Yule rappresentava la fortuna per una famiglia così come un simbolo della fertilità dell'anno che sarebbe arrivato.
Così come gli alberi da frutta, anche i sempreverdi sono un elemento fondamentale delle celebrazioni del solstizio invernale. L'albero sempreverde, che mantiene le sue foglie
tutto l'anno, è un ovvio simbolo della persistenza della vita anche attraverso il freddo e l'oscurità dell'inverno.
In Scandinavia venivano offerti agli alberi birra e pane.

Quale festa della Luce e del Sole a Yule una celebrazione che comprende il fuoco. Il rituale del ceppo è d’origine anglosassone. Il ceppo era un pezzo di tronco o di grosso ramo di quercia che veniva decorato con aghi di pino e pigne, e poi veniva bruciato nel caminetto, a simboleggiare il sole  che torna. Non va però bruciato tutto: un pezzo veniva conservato per proteggere la casa e per accendere il ceppo del solstizio successivo.
Oggi il ceppo viene riproposto come decorazione centrotavola e per il tipico dolce di Natale fatto in casa, il “Tronchetto”.
Come centrotavola il pezzo di tronco o di ramo di quercia serve come base su cui impiantare tre candele, bianca, verde e rossa (per la stagione); oppure verde, oro e nera (per il dio sole); oppure bianca, rossa e nera (per la dea madre). Va poi decorato, per esempio, con edera e vischio, boccioli di rosa , chiodi di garofano, infine spolverate il tutto con un po’ di farina per simulare la neve.
Il “Il tronchetto di Natale” può essere preparato e decorato in vari modi,  io vi dono la mia gustosa ricetta, molto adatta anche ai piccoli “elfi” di casa in quanto è fatto con la nutella.
Seguite quindi questo blog, perché in questi giorni ci sono tante novità.

A proposito di bambini … questi venivano portati di casa in casa a regalare mele e arance               speziate ai chiodi di garofano (venivano infilati nella buccia), che trasportavano in cesti di rami di pino, in cui c’erano anche dei gambi di grano spolverizzati di farina.
Le arance e  le mele rappresentavano il sole, i rami l'immortalità, il grano il raccolto, la farina la consapevolezza del trionfo, della luce e della vita.


La ghirlanda, altro simbolo natalizio d’origine pagana, e simbolo di Yule, rappresenta la ruota che sempre gira, il cerchio infinito che ogni volta si compie; è la ruota della vita, con la sua natura senza fine. La tradizione la vuole fatta con vischio e rami di abete.

Il vischio, l’edera e l’agrifoglio erano decorazioni per interni ed esterni. Un rametto di agrifoglio veniva tenuto tutto l'anno in casa per assicurare fortuna alla casa e ai suoi abitanti.
Il Vischio, pianta sacra per i druidi, considerato panacea per tutti i mali, veniva reciso dall'albero su cui nasceva seguendo con un rito particolare all’interno di una solenne cerimonia.
Il vischio è una pianta parassita che affonda le sue radici nell'altrui forza, non tocca terra e veniva considerata una emanazione divina, in quanto credevano nascesse solo sugli alberi colpiti da fulmini, e per questo veniva anche chiamato “ scopa del fulmine”.
Per rispetto a questa sua natura divina i druidi lo tagliavano usando un falcetto d'oro.

Il solstizio d'inverno è una festa di luce, dai profondi messaggi iniziatici ed esoterici legati al risveglio interiore.
Il Solstizio d'Inverno è il passaggio dalle Tenebre alla Luce; infatti è da questo giorno che il sole brilla sempre di più nel cielo allungando così le giornate.
Questo è l'inizio della fase "SOLVE ET COAGULA" morte e rinascita, purificazione ed elevazione.
Le porte Sostiziali sono controllate dai due Giovanni; il Battista al solstizio estivo e l'Evangelista a quello invernale.
Il solstizio stesso è chiamato "la porta", un tempo custodita dal guardiano Giano Bifronte; con l'avvento del cristianesimo il  romano Giano dai due volti ha ceduto il posto ai due Giovanni, simbolo di una contemporanea esistenza di due dimensioni, che durante i solstizi si congiungono. Per i solstizi le porte sono aperte ed è permesso il varco; è il tempo della morte simbolica dell'adepto che si avvicina al rito iniziatico.
“IO SONO LA PORTA , da una entrano gli uomini, dall'altra escono gli Dei".
Questa è la raffigurazione allegorica del cammino iniziatico.

Il Solstizio invernale è la prima ricorrenza della ruota dell'anno che comprende le feste e magiche, da qui ha inizio un eventuale cammino esoterico che si snoda attraverso le altre e successive festività che ci purificano e ci arricchiscono, sino all'elevazione del nostro spirito che ha luogo con il passaggio della seconda porta solstiziale, quella estiva.
Sono le fasi alchemiche, il risveglio della terra che viene preparata per il nuovo raccolto. E' qui che avviene auto-contemplazione, morte simbolica e risveglio al nuovo stadio. 
Lo specchio è il suo simbolo, espresso magistralmente nella frase: “Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Ocuitum Lapidem”, ovvero “Visita 'l’interno della terra (cioè la profondità dei tuo essere), e ,purificando, troverai la Pietra nascosta.
E' la "Cauda Pavonis", l'avvicinamento ai quattro Elementi: Acqua, Aria, Terra e Fuoco, che formano l'impalcatura del Sé, che va ora incontro ad un processo di purificazione, camminando verso la Luce bianca (Albedo).

Buona cosa è quindi applicarsi in esercizi allo specchio, da farsi per almeno 3 settimane.
… scrivetemi per saperne di più


Usiamo inoltre i simboli per periodo per metterci in sintonia con questo giorno:
Per la tavola usare una tovaglia bianca o un centrotavola grande bianco. Decorare poi la stessa con sempreverdi, quali euforbia, rosmarino, agrifoglio, vischio e edera. Le tre candele da usare sono di colore rosso (simbolo del sangue del parto), bianche (simbolo dell'innocenza della nuova vita) e verde (simbolo della crescita). Si può usare un ramo grosso di quercia o pino quale base per le candele.

L'incenso di Yule è composto da camomilla, zenzero, pino e salvia.

Per il pasto di Yule sono adatte le bevande calde come il punch e tè di ibisco o di zenzero ; e i cibi quali noci, mele, dolci bagnati col sidro, e il maiale.

L'agrifoglio, il vischio e l'edera decorano le case all'esterno e all'interno e sono un invito agli Spiriti della Natura di unirsi alla celebrazione.
Un ramoscello di agrifoglio va tenuto vicino alla porta per tutto l'anno.


Ecco alcune attività suggerite celebrare al meglio Yule:
- Suonate delle campanelle per salutare il mattino del Solstizio.
- Cantate le canzoni tipiche del periodo
- Ricordate quando eravate bimbi e come trascorrevate il natale aspettando Babbo Natale. Compilate la lista dei 101 desideri, ed attaccatela ad un armo dorato
 - Fatevi delle domande importanti su ciò che volete ottenere con  l'anno che inizia.
- Chiedete scusa a qualcuno, se avete sbagliato.
- Fate una visualizzazione che vi faccia compenetrare con la natura.
- Fate dei biscotti neri che rappresentino il sole.
- Dite una piccola preghierina per il nonno o la nonna scomparsa di recente.
- Mettete i palmi su un albero e sentite le sue radici, la sua vita, la sua linfa.
- Riportate tra i vostri amici la tradizione del wassail. Andate da loro e chiedere da bere in cambio di una canzone e benedicetelo quando bevete.
- Donate cibo e vestiti ad altri meno fortunati.
-  Preparate del buon thè alla cannella e speziato con chiodi di garofano.
-  Decorate l'albero con segni del sole, cuori, mele, pezzi di arancio secchi, cerbiatti.
- Cucinate un bel dolce: il Tronchetto di Natale, per esempio
- Appendete il vischio alle porte e datevi i baci tradizionali.
- Comprate qualcosa di rosso.
  Fate piccoli doni per gli amici e le persone amate.
- Ballate in cerchio tenendovi per mano.
- Appendete delle piccole campanelle sull'albero per chiamare gli spiriti e le fate.
- Fate delle ghirlande di agrifoglio e di vischio.
- Scrivete su un foglio cosa volete che la luce purifichi nella vostra vita, man mano che arriva nel nuovo anno. Quindi bruciatelo.
- Mettete una stecca di cannella nella borsa. Porterà nuovi soldini.
- Fate della cioccolata calda e mettetela in un thermos e andate a fare una bella passeggiata in un bosco, o in mezzo alla natura, e deliziatevi con la vostra cioccolata fra gli alberi
- Aiutate la mamma a cucinare il pranzone di Natale. Lasciate che la vostra energia positiva fluisca nel cibo.
- Sorridete il più possibile!

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